Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Trento, 20 marzo 2012 Signor Sindaco, Colleghe e Colleghi, ho condiviso l'impostazione e i contenuti espressi dal signor Sindaco nella sua relazione della scorsa settimana al Consiglio, in preparazione della discussione sul Bilancio. Relazione dal significativo titolo di “Costruire politiche nel tempo della crisi”, per comporre un'idea collettiva di futuro in un momento in cui, per dirlo con le sue parole, viviamo “un'economia di scarsità”. In questi mesi ho seguito passo passo lo svolgersi degli eventi legati al tema della crisi economica, sia a livello nazionale, che provinciale che comunale. La nostra è una finanza derivata dai trasferimenti provinciali e, d'altro canto, con l'Accordo di Milano è stata operata un ridefinizione complessiva dei rapporti finanziari, secondo i principi sanciti dalla legge n.42 del 2009 sul federalismo fiscale, che stabilisce per gli enti locali gli obiettivi con cui concorrono ad un sistema di perequazione e solidarietà. Tutto ciò ha condizionato pesantemente l'assetto economico-finanziario dei comuni, del nostro Comune. Perché la situazione del nostro paese, i provvedimenti adottati dal governo precedente e da quello in carica, sono andati via via delineando un quadro che ha limitato ulteriormente i trasferimenti alle autonomie, sottoponendo a dura prova le domande di accesso ai servizi e al welfare locale, di cui si è cercato con notevoli sforzi creativi, tagliando e sforbiciando tutto quello che era possibile, di mantenere i livelli qualitativi e quantitativi. Contemporaneamente si è posto in capo alle stesse autonomie locali la responsabilità di aumentare la pressione sulla tassazione. E' stato anche necessario sfruttare la possibilità, prevista dalla normativa, di utilizzare l'esercizio provvisorio di bilancio fino al 31 marzo per avere la certezza dei gettiti su cui contare con stime sufficientemente attendibili e condivise, individuando i capitoli su cui operare dei tagli, quelli da confermare e stabilendo, nel contempo, l'ammontare dell' IMUP per l'anno 2012: suddivisa per le differenti tipologie catastali e di contribuenti. Nella consapevolezza che la responsabilità condivisa e i sacrifici chiesti ai cittadini necessitavano di politiche all'insegna della sobrietà, virtuose, chiare e oneste. Con un'attenzione particolare alle priorità, alla vita delle persone, in particolare delle fasce più deboli e svantaggiate. Il “Sole 24 Ore”che ha messo a confronto il prelievo sugli immobili, IMUP, e sui redditi (addizionale IRPEF) di 40 capoluoghi ha decretato che Trento è una delle città più virtuose per quanto riguarda la pressione fiscale. Sulla prima casa l'aliquota IMUP è dello 0,4% contro lo 0,5 di Genova, Reggio Emilia, Torino e Benevento o lo 0,6 di Rovigo e Roma. La nostra amministrazione, va ricordato, ha poi aggiunto la detrazione di 200 euro per l'abitazione principale e altri 50 euro di detrazione per ogni figlio. Anche per immobili diversi dalla prima casa l'aliquota adottata è inferiore a quelle di molte città italiane. L'aliquota massima dell' 1,06 sarà in vigore solo per le case sfitte. Fatto questo che mi sento di apprezzare. C'è poi da dire che per gli immobili diversi dalla prima casa, l'imposta è compartecipata dallo Stato che incassa la metà di quanto sborsato dai cittadini. Una buona notizia è quella relativa all'eliminazione delle accise comunali sull'energia elettrica, testé votata dal Consiglio con una delibera che accoglie e formalizza una legge provinciale che aveva l'obiettivo di non incrementare la tassazione complessiva sul consumo di energia elettrica. La nostra città, come la nostra provincia e il nostro paese, ha un'emergenza, e si chiama futuro. Un futuro incerto, rubato alle nuove generazioni da una crisi sociale ed economica profonda, che ha prodotto e continuerà a produrre un' altrettanto grave crisi ecologica. L'individualismo degli stili di vita, e politici, il venir meno della salvaguardia dei beni comuni, la personalizzazione della politica, il perpetuarsi di mandati e di rendite di posizione e potere che non evocano più né ideali né passioni, riguardano anche noi, il sistema politico delle nostre amministrazioni, in particolare di quella provinciale, ma anche della cooperazione, di tutti quei mondi paralleli che dovrebbero invece contribuire al rinnovamento complessivo. Il vero problema, che sta a monte di tutto, anche della politica e dell'economia, è riavviare la ricostruzione morale, sociale e culturale del nostro paese. Ridurre le spese per gli armamenti, pensiamo ai costi incredibili degli F35, il cui acquisto è stato votata nel 2009: 13,5 miliardi di euro per 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter, diminuiti dal nuovo governo di 40 unità, ma sempre troppi e sempre troppo costosi; tassare davvero i grandi patrimoni, utilizzare le risorse dedicate alle “grandi opere” per difendere invece i territori dal disastro idro-geologico, per finanziare e rendere competitivo il trasporto pubblico, per sostenere le famiglie in crescente difficoltà, con adeguate politiche sociali. Ci vorrebbe un Ministero per le Piccole Opere, che faccia aprire 100.000 piccoli cantieri che possano produrre subito, e non tra vent'anni, centinaia di migliaia di posti di lavoro. Sostenere l'Università, la ricerca, l'innovazione tecnologica, la green economy. Ridurre i costi della politica e non quelli della democrazia, eliminare i privilegi ingiustificati, la cumulabilità delle cariche, introdurre e far rispettare un limite massimo nella durata delle stesse e nell'entità dei compensi. E' inaccettabile che il presidente Dellai o Durnwlader guadagnino più del presidente Obama o della cancelliera Merkel, che Marchionne guadagni 1037 volte più di un suo operaio! E nessuno si deve offendere o risentire se qualcuno lo fa sommessamente notare. Ogni giorno che passa l'Italia è sempre più povera perché migliaia di famiglie entrano nella fascia di povertà, come testimoniano le statistiche e i dati delle associazioni che, come la Caritas, si occupano di sostenere coloro, e moltissimi sono italiani, che non ce la fanno più a garantirsi una vita dignitosa a causa della perdita del posto di lavoro e dell'aumento indiscriminato del costo della vita. VIVERE UNA CITTA' CHE GUARDA AL FUTURO E' una città che non consuma ma rigenera il proprio territorio, secondo criteri di sostenibilità ed equilibrio; una città che incoraggia innovazione e sviluppo al servizio della propria identità, una città che pone le relazione tra le persone e tra di esse e i luoghi dove vivono, come obiettivo speciale e indispensabile per la coesione sociale e la qualità del vivere. Guardare al futuro significa anche, a mio avviso, guardare al territorio costruito, al paesaggio, alle infrastrutture e ai beni culturali con uno sguardo da città europea. Sono stati penosi, a questo proposito, i tagli operati alle attività culturali, che tanto hanno fatto discutere. Ricordo, in particolare, quelli nei confronti della galleria Civica che, a prescindere dal gradimento di ciascuno per l'arte moderna e contemporanea, nella sua specificità rappresenta un'opportunità culturale importante e prestigiosa per il nostro Comune e per la Provincia, riconosciuta e apprezzata anche a livello nazionale. Degna comunque di non essere appiattita, omologata e semplicemente ricompresa nel sistema museale del Mart. Sono certa del fatto che sarà necessario, a mio avviso, ripensare nei bilanci futuri a doverosi riequilibri. Lo stretto legame con le memorie e le tradizioni non deve significare arretratezze e riproposizione, in chiave autarchica e autoreferenziale, di schemi ormai logori e superati, ma importante recupero di saperi e identità, anche nuove, che si confrontano in modo attivo e vitale, con uno sguardo ampio e aperto, da città europea. Una città inserita a pieno titolo in una rete di città e territori culturalmente qualificati. In questo contesto, le scelte urbanistiche non sono il fine ma il mezzo per perseguire questa idea di città coesa, dove lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale sono in equilibrio, dove la rigenerazione urbana dice un chiaro “no” al consumo indiscriminato di nuovo territorio e si cimenta con la sistemazione, l'utilizzo, la riqualificazione dell'esistente, con le dovute sollecitazioni, incentivi e disincentivi, ai proprietari dei 4 mila alloggi sfitti, per esempio. Con la collina da rinaturalizzare e da proteggere da nuovi insediamenti, e i quartieri di fondovalle che necessitano di attenzioni e cura, dopo essere stati in qualche caso brutalizzati dall'assenza di pianificazione urbanistica e dalla speculazione, col paesaggio agrario e montano da conservare integro per le nuove generazioni. Penso in particolare al monte Bondone il cui riconoscimento come Parco, di incredibile valenza dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, ricchezza e opportunità a due passi dalla nostra città, sembra essere attualmente ridotto all'illuminazione di piste in notturna e alle canzoni che ne decantano le bellezze. Un luogo che dovrebbero essere protetto dal consumo usa e getta, dall'inquinamento acustico e luminoso, anche nel rispetto della fauna che ospitano. Che dovrebbe essere dedicato ad un turismo non aggressivo, riconvertito con modalità che sembrano sempre più appassionare il nuovo turismo responsabile, così come avviene per molte località di montagna italiane con caratteristiche analoghe. Che fine ha fatto la Riserva del Monte Bondone? E i relativi progetti? E' calato un pesante silenzio. Eppure nella passata legislatura c'era un consigliere con delega specifica alle problematiche di questa preziosa montagna, la montagna simbolo della nostra città. E che dire del fiume di cemento che l'ha ricoperta , con la costruzione di nuovi parcheggi? Perché non si sono cercate soluzioni più idonee dal punto di vista paesaggistico, più compatibili con la preziosità di quel territorio? AVERE UNA BUONA CULTURA E UNA BUONA EDUCAZIONE Ho accennato poc'anzi ai tagli operati in ambito culturale, resi necessari a quanto ci è stato detto, da difficili scelte sulla base delle priorità e dei bisogni dei cittadini. Va detto che la nostra città si è caratterizzata negli anni sia a livello culturale che per la diffusione di pratiche sportive, offrendo plurime opportunità di vivere il proprio tempo libero, anche in rapporto alle differenti fasce d'età. Credo sia necessario continuare a investire in questo settore, con particolare attenzione ai giovani e ai bambini, cittadini di questo presente, perché la cura che noi metteremo nell'educazione e nell'istruzione è l'investimento più importante sul loro e nostro futuro. Il Comune e le Circoscrizioni, tramite i “Piani Giovani”, operano quotidianamente per un processo inclusivo, di assunzione di responsabilità e per la partecipazione attiva che è la condizione unica per quella “cittadinanza attiva” che ha a che fare con pratiche di legalità, apprendimento nell'arco di tutta la vita, rispetto delle istituzioni democratiche, del territorio di appartenenza, conoscenza della sua storia e della Carta Costituzionale, che viene richiesta ai migranti, secondo la nuove disposizioni, ma è pressoché sconosciuta a molti cittadini italiani; prevenzione della marginalità e della devianza. Un ringraziamento speciale va alle nostre biblioteche comunali, tra le più qualificate e frequentate d'Italia, con 400 mila prestiti annui, fucina di iniziative, confronti, occasioni culturali indirizzate a tutte le generazioni. I nostri alunni, in particolare quelli della scuola elementare, per dirla con Pennac, possono essere considerati “grandi lettori”, “lettori esperti”, e questo è un patrimonio destinato a non disperdersi e a generare inevitabilmente conoscenza, cultura e apertura mentale. Se questo accade, il merito, oltre che alle famiglie e alla scuola, va senz'altro dato alle nostre biblioteche comunali e all'investimento che il nostro Comune ha fatto per renderle luoghi condivisi, vissuti, apprezzati. A questo proposito, è noto, dal momento che mi sono più volte espressa sull'argomento, che io sono un'entusiasta sostenitrice della Biblioteca Universitaria progettata dell'architetto Botta. E tuttavia mi sfugge la ragione di quanto più volte autorevolmente dichiarato in vari contesti, anche recentemente dal signor Sindaco in un intervista a un quotidiano locale, e cioè la definizione/consacrazione di “ Biblioteca della città”, riferita alla biblioteca universitaria. Ricordo a questo proposito che noi abbiamo già un'antica, autorevole, prestigiosa “biblioteca della città”, la Biblioteca Comunale, che non dovrà diventare la Cenerentola della cultura cittadina. Mi chiedo anche in che modo le due istituzioni potranno interagire, per non creare l'oscuramento o la svalutazione della Biblioteca della città di Trento per la quale non sento spendere da tempo neppure una parola, se non allorquando si decide di limitarne la fruizione o i finanziamenti. Ricordo che questa biblioteca, la cui rete di sale aperte nelle Circoscrizioni ha generato un circuito virtuoso, ha già pagato un costo non indifferente alla politica di esternalizzazione di parte dei suoi addetti, fatto questo non necessariamente sinonimo di qualità, e della contrazione di orario che, è inutile nasconderselo, penalizza gli utenti che lavorano ed hanno problemi ad usufruirne in orario mattutino e pomeridiano Il protrarsi dell'orario di chiusura alle 20,30 andava infatti incontro alle loro esigenze. Problematiche sono diventate anche, nella gestione, le numerose manifestazioni che da sempre caratterizzano il qualificato apporto alla cultura cittadina dato dalla biblioteca comunale: presentazioni di libri, dibattiti, mostre, che, iniziando alle 17,30 per adeguarsi agli orari dei lavoratori, devono essere compressi tassativamente in due ore scarse, senza la possibilità di sforare. L'auspicio che formulo, sulla base di queste considerazioni, è che si possa tornare a ragionare sui tempi e sulle modalità di apertura adottati in precedenza e particolarmente apprezzati dai cittadini di Trento. VIVERE IN UNA CITTA' SERENA Significa rafforzare la dimensione di comunità, parola degnissima ma quanto mai impropria, a mio modesto parere, e perdonatemi l'inciso, nella malaugurata ipotesi che dovesse sostituire quella, pertinente, istituzionale, riconosciuta a livello nazionale, di “provincia”, così come proposto dal Presidente Dellai. L'autonomia non ha bisogno di cambiamenti lessicali che sanciscano la nostra diversità col resto del mondo, ma di buona politica che la legittimi. La comunità vera, quella che non sta nelle parole ma nei fatti, a detta di qualcuno è qualcosa di superiore alla somma dei singoli individui, perché nell'idea di comunità è implicita l'interazione, lo scambio, il moltiplicarsi delle azioni, il prendersi cura, in un sistema di welfare che sostenga, protegga ma non tolga l'iniziativa individuale. La comunità infatti deve saper emancipare, come ogni buona madre che si rispetti. Alla nostra comunità concorrono, e dovranno continuare a farlo, soggetti pubblici, privati e no profit, il mondo dinamico e generoso del volontariato, vanto della nostra terra, che ne garantiscono il quotidiano funzionamento senza svalutarsi a vicenda. Anzi, corroborandosi e dandosi vicendevolmente forza e motivazioni. Crisi economica significa anche complesse e crescenti esigenze alle quali non è semplice rispondere quando le risorse finanziarie scarseggiano. E' stato doloroso dover ritoccare le tariffe degli asili nido, che sono diffusi (al momento possiamo contare su 1067 posti, che diventeranno 1121 nel 2013, con l'aggiunta di altri 94 posti entro il 2016), ma ancora insufficienti a rispondere alle domande pressanti del territorio; asili-nido che devono essere un diritto, inseriti non solo nel sistema di cura ma anche in quello dell'educazione e dell'istruzione, a costi sostenibili per le famiglie. Che devono restare nella gran parte pubblici per questioni legate alla qualità della proposta educativa, al reclutamento, ai diritti e alle tutele di chi ci lavora. Sempre in tema di servizi alla persona, mi pare fondamentale che il nostro Comune continui a garantire l'assistenza agli anziani e ai disabili, fuori e dentro il proprio domicilio, con la qualità e l'impegno che gli sono propri. I numero fornitici da Signor sindaco sono molto confortanti: 900 posti per i nostri anziani tra residenze assistenziali e alloggi protetti, 57mila e 500 buoni pasti a domicilio, 250 mila ore di assistenza domiciliare. Queste cifre fanno onore al nostro Comune e lo collocano ai primi posti nelle classifiche nazionali relative alle politiche di welfare. Abbiamo il compito di tutelare, e credo che lo facciamo nei limiti del possibile, anche altre forme di fragilità come quelle delle famiglie con minori a rischio, o dei minori con famiglie a rischio, in un rapporto sinergico e interattivo, che sancisca rispetto e fiducia reciproca tra gli utenti, le istituzioni e le figure professionali che a vario titolo si occupano di vicende difficili e molto dolorose. Senza demonizzare e additare all'opinione pubblica, generalizzando e svalutando un lavoro complesso e rischioso, categorie lavorative come quelle delle assistenti sociali, come è purtroppo avvenuto sugli organi d'informazione e in pubblici dibattiti. Il nostro Comune ha il compito e, credo, il dovere di tutelare la sua immagine e quella dei propri dipendenti aprendo un dialogo costruttivo e mettendo a confronto i differenti punti di vista. Ci sono poi tutte le persone a rischio di devianza, tra queste quelle affette da tossicodipendenza, viste più come una minaccia che come esseri umani che vivono un dolore esistenziale e un forte disagio sociale che li mette ai margini e, inevitabilmente, colpisce e distrugge anche le loro famiglie. Ricorda che l'assunzione di droghe pesanti, secondo le statistiche aggiornate, resta un'emergenza per le nuove generazioni, per cui la prevenzione e l'informazione fuori e dentro le scuole diventano fondamentali. Il creare alternative all'autodistruzione è un compito che spetta alla società nel suo insieme. Così come il recupero ad una vita dignitosa e alla salute. Il fatto che i riti si consumino prevalentemente all'interno di case o discoteche, in luoghi chiusi che non permettono controllo sociale (diversamente da quanto accadeva un tempo), nei week-end, come fuga dalla responsabilità e dalla fatica di vivere, non significa che il fenomeno sia meno pericoloso, invasivo e degno di attenzione. E poi ci sono le donne che subiscono violenza, i carcerati e gli ex carcerati che devono essere messi nelle condizioni di non sbagliare più, con l'inserimento, scontata la pena, in comunità accoglienti e nel mondo del lavoro. Un occhio di riguardo lo si deve anche alla popolazione nomade che, pur conservando le proprie tradizioni, deve essere integrata nella nostra città per meglio tutelare noi e loro. Ricordo che l'individuazione e la costruzione di micro-aree è legge provinciale e non un optional a cui è possibile attenersi oppure no. Quando verrà rispettato l'impegno nell'individuazione di zone adatte, non più procrastinabile? La nostra è ormai una società diversificata e complessa, dinamica e flessibile dove vivono, lavorano e vanno a scuola molti cittadini stranieri. Fingere di non accorgersene e considerare solo le fasce minoritarie della devianza sociale, che pure ci sono e sulle quali è necessario mantenere un controllo, significa fare un torto alle nostre intelligenze e a tutti quei cittadini migranti che con il loro lavoro, comportandosi onestamente e pagando le tasse, contribuiscono al PIL del nostro paese, accollandosi mansioni che gli italiani non svolgono più. Progresso sociale significa anche tenere sotto controllo l'uso dei pregiudizi, insieme a tutte le forme di razzismo e discriminazione, che sempre accompagnano i processi migratori, che noi stessi a suo tempo da emigranti abbiamo subito, e che vanno fermamente respinti. Il rispetto della persona, essere umano tra esseri umani, viene prima di tutto. AVERE UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE EFFICACE, EFFICIENTE E TRASPARENTE Questa è una delle sfide che ci competono e per la quale dobbiamo essere all'altezza. Sobrietà, assenza di sprechi, correttezza formale e sostanziale, buone pratiche: questo si aspettano i cittadini di Trento dalla propria amministrazione comunale, l'istituzione più vicina, la più amica e partecipe delle vicende umane, sociali e civili che tutti ci riguardano. Gli obiettivi che il nostro Comune si è dato sono trasversali, di più, stanno alla base dei programmi e delle singole politiche. Perché i cittadini devono “toccare con mano” i risultati conseguiti dall'azione amministrativa proprio grazie alla qualità della relazione con l'Ente Comune. E' un vero peccato, a questo proposito, aver visto sparire negli anni gli interessanti tentativi di Bilancio Partecipato, che avevano visto coinvolta, ricordo, la Circoscrizione S. Giuseppe-S. Chiara, sul modello di Porto Alegre, che era diventato esempio e stimolo a livello mondiale per l'esercizio di una democrazia dal basso che si confronta in modo attivo e propositivo con le istituzioni. Per costruire politiche il più possibile condivise. Lavorare nella direzione dell'efficacia e della trasparenza, significa mettere mano alle risorse e all'organizzazione rendendo il nostro Comune snello e veloce, capace di affrontare le sfide che vengono dall'esterno, risolvere criticità e problemi, raccogliere le professionalità e le competenze, le opportunità, per trasformarle in risorse a favore dei progetti e dei programmi di legislatura, che possono essere implementati grazie al contributo di tutti: partiti di opposizione e singoli cittadini, associazioni e movimenti. Perciò è importante agire all'interno dell'Ente, formando quadri dirigenti e personale predisposto all'ascolto e al dialogo e non arroccato sulla propria professionalità e sulle proprie certezze, fatto questo non sempre scontato. Ed è altrettanto importante prestare la massima attenzione “all'esterno”, generando un circuito virtuoso di buone pratiche, sinergie e relazioni, passaggi osmotici di informazioni e competenze. E' necessario saper osservare, - come ha detto il signor Sindaco citando il filosofo Bruno Calogero: “la democrazia sta più nelle orecchie che nella bocca”- e ascoltare i bisogni della collettività, evitando tutte le volte che è possibile irrigidimenti e atteggiamenti che indicano un palese fastidio da intromissione impropria, della serie “non disturbate il manovratore”. Non è più tempo. E' necessario dare risposte tempestive e coerenti, saper tornare sulle proprie decisioni quando serve. I cittadini non sono un intralcio sulla strada della democrazia, ne sono anzi il motore e la ragione, perché il fatto di aver ricevuto una delega, che sancisce e legittima il nostro mandato, oltre a non essere un investimento divino, non preclude la mancanza di ascolto e di dibattito. Soprattutto quando si devono prendere decisioni che hanno a che fare in modo sostanziale con la vita delle persone, con il diritto alla salute e la qualità del vivere. La costruzione di un costoso e, a questo punto, inutile inceneritore è sicuramente da ascrivere a questa fattispecie di argomenti che potremmo definire “sensibili”. La città, lo si sente sempre dire, è una sorta di laboratorio in fermento che sperimenta e vive idee nuove, che produce conoscenza e cultura. Essere dentro questo fermento, percepirlo, rispettarlo, non significa a mio avviso perdere autorevolezza. Dunque, massima apertura e attenzione nei confronti di chi spende il suo tempo per il bene comune, anche fuori dalle istituzioni. Sono i cittadini attivi e responsabili che non chiudono occhi e orecchie solo per compiacere il potente di turno. E considerazione verso le imprese, gli enti di ricerca, le università che insistono sul nostro territori, e sono motore di sviluppo. Verso le associazioni, il volontariato diffuso, il variegato mondo della cultura. Verso i giovani che si impegnano, apprezzandone lo sforzo e le ragioni, e verso quelli che non lo fanno, andando a cercarli là dove si trovano, nei quartieri ghetto e nelle scuole ghetto che raccolgono il disagio e lo spaesamento di tanti. Provando a rimotivarli con politiche mirate, a farli sentire importanti, determinanti per il cambiamento. E verso i bambini, che sono la parte più delicata e fragile, ma anche la nostra vera forza e il simbolo di una società coesa e in armonia. Il nostro Comune, che fa già molto per loro, deve diventare sempre più “affettuoso”, per usare un termine che non appartiene alla politica, nei confronti dell'infanzia; si deve occupare di servizi e di scuola di qualità , altro che abolizione delle graduatorie e insegnanti assunti a chiamata! (A volte le “pensate” di qualche assessore o di chi per esso, hanno davvero dell'incredibile!), di aria buona, di spazi e strade sicuri, di mobilità a misura di bambino, di verde pubblico, di gioco e di sport; di cultura, di integrazione dei nuovi cittadini, che saranno italiani con una marcia in più se solo glielo permetteremo. Loro sì, i bambini, sono la prima e più potente priorità. Ma credo che tutti qui ne siamo assolutamente consapevoli. L'AMBIENTE Noto con un po' di rammarico che neppure quest'anno, come nei due anni precedenti, ci è stato fornito il Bilancio Ambientale, strumento di grande valore programmatico e consuntivo, che aveva nutrito le nostre conoscenze e il nostro agire politico nella passata legislatura. Sinceramente, signor Sindaco, non me ne spiego la ragione e sarebbe buona cosa che, prima o poi, Lei o l'Assessore all'Ambiente ci rendessero edotti su questo mistero. Ma anche la Sua relazione, per la verità, manca del benché minimo accenno alla questione ambientale, al tema dell'energia, della raccolta differenziata, a quello dello smaltimento dei rifiuti e dell'inceneritore, bando compreso (qual è lo stato dell'arte?), ai beni comuni, tra questi l'acqua, alla gestione idrica. Mi auguro che non sia perché si ritiene che questi temi siano di secondaria importanza. Eppure, per restare al tema sommamente dibattuto in questo momento, dell'acqua, è sicuramente un argomento legato alle risorse economiche quello che ci costringerebbe a sborsare la “modica” cifra di 42 milioni di euro per rientrare in possesso delle reti dell'acquedotto tra Trento e Rovereto. Ciò dovrebbe avvenire, a mio avviso e a detta di molti, in cambio di un prezzo simbolico o tutt'al più basato sul valore di trasferimento a suo tempo effettuato a SIT, aumentato della rivalutazione legale. Evitando così ulteriori costi a carico dell'Ente pubblico e profitti a vantaggio di Dolomiti Energia. Ci aspettiamo una convinta e doverosa battaglia in questo senso da parte del Comune di Trento. Promuovere la mobilità sostenibile Le città italiane, tutte insieme, non raggiungono le reti di trasporto pubblico della sola città di Berlino. Il nostro Comune, che si è dotato di un PUM, deve investire sul trasporto pubblico urbano nella città con più convinzione applicando quanto votato in Consiglio Comunale. I parcheggi di attestamento sono ancora di là da venire e intanto ogni incontro che avviene in commissione urbanistica, di qualsiasi argomento si tratti, non fa che riproporre il tema dei parcheggi in città. E questo la dice lunga circa la cultura dell'auto e del trasporto individuale che ancora la fa da padrone, forse più tra i politici che tra i cittadini di Trento. E' encomiabile, certo, l'aver investito con i fondi del FUT, Fondo Unico Territoriale , su nuove piste ciclabili, sulle campagne per la sicurezza stradale dei bambini che vanno a scuola a piedi, sugli incentivi rivolti a coloro che si recano al lavoro in bicicletta, ma tutto ciò ancora non basta. Le polveri sottili a Trento, a febbraio, hanno superato i limiti accettabili, sicuramente anche a causa della mancanza di precipitazioni che pulissero l'aria da smog e inquinanti. Resta comunque ancora molto da fare per rendere il trasporto pubblico davvero conveniente in termini di velocità di spostamento, di costi, di integrazione tra mezzi differenti. L'aumento del costo della benzina ha prodotto qualche risultato: sono leggermente diminuiti i mezzi privati sulle nostre strade, ma non possiamo certo trarne soddisfazione. Vanno ripensate anche le strategie di insediamento urbanistiche e territoriali, che indicano nella città compatta e non sfilacciata, un modello per la mobilità sostenibile. Con reti e corsie pedonabili sempre più diffuse e tempi di percorrenza sui mezzi pubblici contenuti e compatibili con gli stili di vita: accompagnamenti di figli, spostamenti casa–lavoro, casa-scuola, dando la preferenza a negozi di vicinato ecc. Così come è importante l'accorpamento di funzioni amministrative o sanitarie per consentire l'accedere ai servizi utili ai cittadini senza dispendio di tempo e con un uso mirato ed “economico” dei mezzi di trasporto. E poi, investimenti per nuovi veicoli elettrici, a metano, ibridi, che rendano sempre meno impattante l'impronta ecologica del traffico sulla città. Individuare un Mobility Manager a cui i cittadini possano fare riferimento. Informare di più e sostenere il car-sharing, il car-pooling, l'integrazione dell'uso dell'auto con il trasporto pubblico, i servizi a chiamata, il trasporto di persone con mobilità ridotta, il trasporto scolastico, e tutto ciò che comporta un utilizzo ottimale dei mezzi di trasporto pubblici e privati, e il consorziarsi di cittadini che intendono risparmiare soldi, fatica, pericoli e preservare la qualità dell'aria urbana, associandosi ogni qual volta devono percorrere tragitti che possono essere condivisi. Queste politiche, tra il resto, favoriscono scambi e e relazioni tra le persone. Va ricordato anche che gli incidenti stradali in area urbana restano in testa alle classifiche di questa tragedia nazionale, causata sempre più spesso dallo stress, dall'intasamento, dalla stanchezza. E' altrettanto importante favorire l'accesso ai cittadini provenienti quotidianamente da fuori città, che sono numericamente pari agli abitanti di Trento, alla rete ferroviaria che attraversa la nostra città, attribuendole la funzione di metropolitana di superficie, con fermate nei punti strategici e le auto che si fermano nei parcheggi di attestamento. Va dato insomma un impulso a PUM che sembra essersi fermato alla fase delle buone intenzioni dichiarate. Rifiuti e raccolta differenziata Ebbene sì, siamo arrivati al 70% nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Quattro anni dopo l'introduzione del “porta a porta”, grazie alla lungimiranza e alla determinazione dell'allora assessore Aldo Pompermaier e del Sindaco Pacher che ci ha creduto, a Trento manca ora solo la zona a traffico limitato, ZTL, del centro storico, per dotare di questo metodo di raccolta dei rifiuti i circa 120 mila abitanti del capoluogo. Dopo l'iniziale fase di sperimentazione nei sobborghi di Gardolo e Meano, con la positiva reazione della gran parte della cittadinanza, si sono aggiunti gli altri sobborghi e nel 2010 la prima periferia di Trento. Purtroppo, quest'altra fase di estensione e consolidamento del “porta a porta” non ha visto altre significative verifiche e coinvolgimenti della cittadinanza per renderla edotta sul significato della differenziazione e sulla valorizzazione della materia rifiuto dopo la separazione. Posto che le buone pratiche in ambito ambientale, e non solo, non possono darsi per acquisite una volta per tutte. Infatti, dopo le iniziali affollate riunioni, nella passata legislatura, in vari quartieri della città per spiegare la novità, non è stato più coinvolto nessuno. Sarebbe necessario riprendere in mano con convinzione i momenti informativi, coinvolgendo, tra gli altri, i cittadini stranieri, che spesso faticano a comprendere usi e abitudini diversi rispetto a quelli dei loro paesi d'origine. Si renderebbe necessario un nuovo, veloce, sintetico opuscolo di “istruzioni per l'uso” (simile a quello prodotto anni fa e aggiornato) di questo progetto civile e necessario, che molta Italia ci invidia ma che abbisogna di cure sollecite e non può andare avanti per inerzia come attualmente accade. Scritto anche nelle lingue dei nostri concittadini immigrati, come avviene ormai ovunque. Anello finale e logica conseguenza del “porta a porta” dovrebbe essere l'applicazione della “tariffa puntuale”, il premio legato all'effettivo quantitativo di residuo prodotto. Quantitativo certo non sufficiente a giustificare la scelta di un inceneritore, per sua definizione in evidente antitesi con il progetto complessivo che si sviluppa intorno alla raccolta differenziata. Alla base della costruzione dell'inceneritore c'è infatti una visione delle risorse e dello stesso rifiuto che non è compatibile con il riutilizzo, la riconversione, il riuso della materia prima/seconda, che come sappiamo non si distrugge ma si trasforma. E la speranza è quella che la trasformazione non sia in diossine, ceneri altamente tossiche, metalli pesanti, ma in materiale inerte e non nocivo alla salute pubblica, come previsto da tecniche diverse da quelle della combustione e sperimentate con successo in Italia e in Europa. Capita che proprio nel merito dell'applicazione della “tariffa puntuale”, le qualificate consulenze fornite dagli esperti incaricati da Dolomiti Energia, d'intesa con il Comune di Trento, sono state nei fatti disattese da opinioni, indirizzi e decisioni imprevedibili da parte dell'amministrazione, da un incomprensibile attendismo che non premia il grande sforzo compiuto dai cittadini di Trento nell'assunzione di questa responsabilità e degli oneri che comporta. Questo tema peraltro non ha mai toccato il Consiglio Comunale di Trento né le sue commissioni, non vi è dibattito, non ci sono state spiegazione, se non in qualche intervista o articolo di giornale, circa il procrastinare continuo dell'applicazione della “tariffa puntuale”, né approfondimenti che siano usciti dalle stanze dell'Assessorato all'Ambiente. Credo che la città e il suo Consiglio abbiano il diritto di sapere che ne è stato della tariffa puntuale da cui, come ripeto, il “Porta a Porta” non può prescindere. Sei anni dopo il Terzo Aggiornamento del piano provinciale di smaltimento rifiuti, in molti riteniamo che i tempi siano più che maturi per procedere al Quarto Aggiornamento. Il Comune di Trento, motore trainante della raccolta differenziata a livello provinciale, dovrebbe farsi portavoce presso la Provincia di questa richiesta. Lo esigono l'impegno profuso da tante amministrazioni, tra cui la nostra, l'elevato senso civico sin qui dimostrato dai cittadini e le numerose novità e modifiche introdotte nel settore. Lo prescrive anche la Direttiva 2008/98 CE, del 19 novembre 2008, del Parlamento Europeo, all'art. 30 – Valutazione e riesame dei Piani e dei Programmi. “Gli Stati membri provvedono affinché i piani di gestione e i programmi di prevenzione rifiuti siano valutati almeno ogni sei anni e, se opportuno, riesaminati ai sensi degli articoli 5 e 11.” Rinviare questo Aggiornamento significa sostenere comunque, senza tenere conto dello stato dell'arte e dei positivi cambiamenti intercorsi, una soluzione di chiusura del ciclo dei rifiuti obsoleta e impattante, costosa e pericolosa per la salute. Dove si troveranno i soldi per l'inceneritore, visto che trattiamo di Bilancio? Con ulteriori tassazioni a carico dei cittadini? E non è questo certo il problema maggiore. La situazione di stallo e mancanza di iniziativa, bando a parte, in questo ambito è davvero insostenibile, tanto più oggi di fronte ai risultati raggiunti nel capoluogo e a quelli ancor più significativi di molte realtà delle Valli, con ulteriori possibilità di miglioramento. L'ENERGIA Nell'attesa che a livello nazionale venga adottato un Piano nazionale per l'Efficienza Energetica, per far convergere tutti i provvedimenti ad essa correlati e affinché faccia da volano per la sua promozione, che vengano reintrodotte le detrazioni del 55% per l'efficienza energetica, di cui hanno usufruito più di un milione di famiglie italiane e che il governo Berlusconi non ha voluto reiterare nel 2011, bloccando così uno dei pochi settori di rilancio dell'edilizia, è necessario proporre una campagna permanente che parta proprio dagli Enti Locali, attraverso la conoscenza, l'educazione e le buone pratiche per il risparmio energetico. Il nostro Comune opera in vari ambiti correlati all'aspetto del risparmio energetico, tanto che la Provincia di Trento l'ha selezionato tra tutti i Comuni e segnalato al Comitato organizzatore di Arge-Alp al fine di partecipare al Convegno “Verso le città dell'Energia” che si terrà a S. Gallo, in Svizzera, il 3-4 maggio 2012. Nella relazione presentata, che fa capo a tutti gli Assessorati coinvolti a vario titolo, viene evidenziata l'attività complessiva del nostro Comune e le buone pratiche energetiche che riguardano il l territorio sia in ambito pubblico che privato. LE FONTI RINNOVABILI Sono stati fissati in questi giorni gli obiettivi delle regioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Ogni ente locale dovrà portare il proprio contributo al raggiungimento del target per il 2020 di +20 -20 -20. Le province di Trento e Bolzano dovranno contribuire con il 36,5%. La bozza di decreto ministeriale prevede entro il 2012 la contabilizzazione annuale degli obiettivi. Nel frattempo, a causa delle restrizioni e dei sacrifici richiesti anche alla nostra provincia, l'APE ha cancellato 185 progetti, quasi tutti nel settore del fotovoltaico in rete. Sarebbero andati a finanziare, con quasi 4 milioni di euro, progetti già realizzati per oltre 10 milioni di euro. Questo fatto andrà purtroppo ad incidere a livello economico su imprese e occupazione ma anche a livello ambientale e di risparmi energetico. In questa fase recessiva e di grave crisi economica che attraversa l'Europa e il nostro paese, la Green Economy, anche sulla base di quanto contenuto in un recente report del WWF e di altre Ong, presentato all'Ue in occasione dell'anniversario del Protocollo di Kyoto, diventa dirimente per l'occupazione. Si calcola che investendo un miliardo di euro in infrastrutture sostenibili, programmi ambientali in agricoltura e nel settore delle rinnovabili si potrebbe tranquillamente arrivare ad oltre 50mila posti di lavoro. Tra il 2014 e il 2020 con solo il 14 % del Bilancio UE investendo in questi settori e nella mobilità sostenibile si potrebbero creare e mantenere mezzo milioni di posti di lavoro. L'impegno del nostro Comune è continuo per rendere sempre meno energivori i propri edifici. Gli impianti fotovoltaici sono una realtà significativa in molte realtà comunali, tra tutte segnalo gli Uffici di via Maccani e l'importante intervento sulla scuola media dell'Argentario a Cognola, con totem riassuntivo del risparmio e dell'emissione di CO2 in atmosfera. Sono previsti ulteriori interventi, i progetti sono già pronti, su 21 scuole della città, dai nidi alle materne alle elementari alle scuole medie. I costanti interventi di riqualificazione sulla gestione calore, la sostituzione delle caldaie e l'ottimizzazione degli impianti con temperature compatibili al comfort e al risparmio energetico, i lavori di coibentazione degli edifici relativi al cappotto e ai serramenti, all'isolamento teso al raffrescamento e riscaldamento, si realizzano annualmente, a rotazione, su tutti gli stabili di proprietà del Comune, e hanno portato dal 2007 al 2009 ad un risparmio del 14 % e a 140 mila mc di gas metano risparmiato. E' molto importante il Regolamento per l'Edilizia Sostenibile, introdotto nel 2007 e legato alla sostenibilità del costruire, a case più sane e all'efficienza energetica. L'adesione è agevolata da una politica premiante con riduzioni dei costi di concessione e premi volumetrici. Lo sportello Impresa e Cittadini è attivo nella comunicazione e nell'informazione per incidere anche sui comportamenti e sulle scelte dei privati. L'Illuminazione pubblica a Trento Parliamo di 340 km di strade e di 13.600 punti luce, di una potenza installata pari a 1600Kw. Il 93% delle lampadine sono a sodio, quelle a mercurio sono nocive e dispendiose, e l'efficienza è paragonabile a quella delle lampade Led. Il 50% dei semafori è a led (consumo semaforico è di circa 500 Mw anno = 8% dell'illuminazione pubblica). Circa metà degli impianti di illuminazione pubblica, i più rilevanti, sono dotati di controllore di potenza, con stabilizzatori e riduttori di tensione da mettere in funzione quando lo si ritenga necessario: i risparmi sono nell'ordine del 15-20% sugli impianti dotati di stabilizzatore. AZIONI FUTURE: Tra tutte, segnalo la redazione PRIC ( Piano Regolatore Illuminazione Comunale, LP 2007), con la finalità di risparmio energetico e riduzione dell'inquinamento inquinamento luminoso, la sostituzione delle lampade dell'illuminazione pubblica a vecchia tecnologia, la conversione dei semafori tradizionali con semafori a led, l'introduzione di controllori di potenza su impianti di taglia ridotta se dall'analisi economica risulterà economicamente sostenibile. E' stata presentata domanda di finanziamento all'Agenzia Provinciale per l'Energia per la realizzazione di telecontrollo wireless dell'illuminazione pubblica in tre zone per un totale di 800 punti luce. E' stato richiesto un contributo alla PAT per un progetto di Diagnosi energetica degli edifici comunali in ambito elettrico. Gli obiettivi sono: ─ la riduzione dei consumi ─ l'abbattimento dell'impatto ambientale ─ l'aumento dell'efficienza energetica ─ lo sviluppo di fonti rinnovabili. La diagnosi permetterà di individuare anomalie nei consumi, cattivo utilizzo o problemi strutturali. L'obiettivo importante per i prossimi anni, che saranno cruciali, è quello di un maggior coordinamento tra i vari comparti dell'amministrazione che si occupano di energia e un fattivo lavoro sinergico. Segnalo a questo proposito che è stato attivato il Tavolo di Lavoro inter-assessorile, votato in un odg collegato all'ultimo Bilancio, nel dicembre 2010, coordinato da me in quanto consigliere con Delega alle Energie Rinnovabili, allo scopo di mettere in comune le azioni e intraprendere politiche energetiche sempre più mirate ed efficaci. Resta aperto, a mio parere, il tema che ho sollevato con un odg presentato nei mesi scorsi, del Piano Energetico Comunale, che non è più passato in Consiglio e non è mai stato votato. Uno strumento di pianificazione quanto mai necessario e un obbligo di legge a cui bisogna ottemperare. Altro tema aperto, e da me più volte sollevato, è quello dell'adesione al Patto dei Sindaci che si serve del PAES, Piano d' Azione per l'Energia Sostenibile, come documento chiave del patto che si impegna a rispettare gli obiettivi fissati per il 2020. Misure dettagliate per i prossimi 3-5 anni che dovrebbero indicare gli interventi più idonei e le modalità con cui si intende raggiungere la riduzione di CO2. Perdere queste occasioni, anche di entrare in una rete di amministrazioni virtuose, può avere un impatto negativo significativo nel tempo. Bolzano e Rovereto hanno già aderito. L'attenzione a tutte le energie rinnovabili e al grande lavoro di ricerca che stanno facendo i nostri prestigiosi istituti, come la FBK, dovrebbero inoltre stimolare e dare nuovo impulso alla verifica delle risorse, in termini di ER, di cui il nostro territorio comunale dispone: vento, acqua, geotermia, bio-masse. Per non limitare il campo d'azione al solare e al fotovoltaico. Concludo questo mio intervento con un appello ad accelerare l'individuazione di un luogo idoneo, nel nostro Comune, ad ospitare l'attuale canile, in evidente e palese difficoltà a svolgere con efficacia il proprio compito. Un Centro multifunzionale, amico degli animali, che comprenda un gatti, con una pluralità di servizi e un'offerta articolata, è una necessità non più procrastinabile, un segno di civiltà e rispetto verso i nostri amici, ma anche verso gli operatori e quella parte, numerosa, di cittadinanza che ha a cuore il destino degli animali da compagnia. E non solo. Gli animali, la loro cura e tutela, il rispetto della loro dignità in quanto esseri senzienti, l'attenzione e il sostegno alle associazioni di privato-sociale e pubbliche che se ne prendono cura, ai volontari, richiedono decisioni davvero rapide da parte del governo della città. Ringrazio tutti per l'ascolto e mi associo al Sindaco e agli altri Consiglieri nell'apprezzamento per il lavoro svolto dagli Uffici Comunali competenti in tema di Bilancio e, più in generale, a tutti coloro che concorrono al buon funzionamento del nostro Comune. Lucia Coppola
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LUCIA COPPOLA |
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